La manifestazione è stata ideata e organizzata da Alfiero Verdini, presidente dell’Accademia Misena di Roccacontrada, l’antico nome di Arcevia. È qui e nel territorio circostante che dal 2005 si svolge questo evento apprezzato ed amato da un pubblico sempre più vasto, proveniente dalle Marche e anche da fuori.
L’edizione 2025 è stata presentata ieri in Regione, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura e allo Sviluppo economico, Andrea Maria Antonini, della sindaca di Arcevia, Marisa Abbondanzieri, dell’assessora alla Cultura di Arcevia, Paola Petroni, dell’assessore dell’Unione dei Comuni “Le Terre della Marca Senone” e sindaco di Ostra Vetere Massimo Corinaldesi, della funzionaria della Val Mivola Lara Massi e di Alfiero Verdini.
“Crediamo molto – ha detto l’assessore Antonini – nel valore delle produzioni tipiche ed autoctone, quale appunto è il mais Ottofile di Roccacontrada che è il protagonista della manifestazione ed è inserito nel repertorio delle tipicità regionali dal 2007. Il nostro patrimonio storico e artistico è un elemento fondamentale per l’identità locale e per la crescita economica sostenibile.
Attraverso un utilizzo intelligente delle risorse infatti , possiamo creare opportunità e promuovere un turismo consapevole. L’agricoltura e i prodotti tipici rappresentano un legame tra passato e futuro. È essenziale investire nella qualità, nella sostenibilità e nella promozione delle eccellenze locali, affinché diventino strumenti di sviluppo e innovazione. La nostra comunità deve collaborare per integrare storia, cultura ed economia, trasformando questi elementi in un racconto condiviso che attragga visitatori e valorizzi il territorio. Il settore della ristorazione, ad esempio, gioca un ruolo chiave nel comunicare la nostra identità attraverso l’enogastronomia. Guardiamo avanti con determinazione, affrontando le sfide con creatività e visione strategica”.
Dal mais Ottofile si ricava una farina, poi macinata a pietra. Questa farina è storicamente una dei protagonisti della cucina povera locale, utilizzata in particolare per la preparazione di polente, una delle eccellenze tipiche di Arcevia. La coltivazione fiorente di questa specie di mais, nel corso del ventesimo secolo, è stata progressivamente soppiantata da ibridi che garantivano una maggiore produttività a scapito però delle caratteristiche organolettiche: proprio da queste deriva una farina dal profumo delicato, l’aroma intenso e il sapore molto gradevole, molto apprezzata non soltanto nelle Marche ma anche in manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali.
“La riscoperta di sapori antichi – ha continuato Antonini – frutto di materie prime sapientemente lavorate e tramandate nel tempo, contribuiscono ad accrescere la valorizzazione delle produzioni locali marchigiane e ad affermarne il carattere identitario del luogo e del territorio, obiettivi prioritari per la Regione Marche”.
“Quando Alfiero Verdini e il sindaco di allora la idearono – ha raccontato la sindaca di Arcevia, Marisa Abbondanzieri – fu una vera intuizione. Da allora, in questo periodo, numerosi cittadini, turisti, famiglie provenienti da un bacino via via più ampio raggiungono il nostro territorio per passare una domenica a contatto con l’esperienza enogastronomica, il patrimonio artistico, le visite ai musei, il teatro e l’intrattenimento.
Enogastronomia, cultura ed arte rappresentano dunque cardini fondamentali per il turismo delle aree interne, che può essere destagionalizzato rispetto alla sola estate. L’Amministrazione comunale sostiene e ringrazia tutti che si adoperano per la riuscita della manifestazione, frutto della qualità della nostra ristorazione, della passione, del lavoro e della fantasia di tutti gli imprenditori che hanno investito in questa direzione”.
“Sulle nostre colline dell’Arceviese – ha spiegato Verdini – dove si ergono nove meravigliosi borghi medievali, è ripresa non soltanto la coltivazione del mais Ottofile e la tradizione della vera polenta, preparata nei caldai di rame battuti a Force, ma anche quella del farro a Loretello, Piticchio, Magnadorsa, della vite e dell’ulivo a Nidastore, Montale, Piticchio e Palazzo, dello zafferano e del nocciolo ad Avacelli”.
L’Accademia Misena ripropone poi dal 2012 questa riscoperta di sapori e profumi delle antiche usanze popolari delle Marche con un altro evento, in questo caso in programma ad ottobre e chiamato “Una domenica andando per primi”, per un’offerta turistica ed enogastronomica completa.
“Le domeniche di Arcevia – ricordato Verdini – uniche ed irripetibili nel loro genere, sono ormai rinomate ben oltre le Marche per la raffinata ospitalità e professionalità dei ristoratori, l’eccellenza dei prodotti e per l’ambiente, il clima, e il patrimonio artistico e culturale del territorio”.
Le sei “Domeniche andando a polenta” in particolare prevedono: tre appuntamenti a partire dalla seconda domenica di febbraio e tre appuntamenti le prime tre domeniche di marzo. Queste le date: 9 – 16 – 23 febbraio e 2 – 9 – 16 marzo.
I ristoranti coinvolti offriranno un doppio menù alternato ogni settimana, disponibile solo a pranzo.
I ristoranti sono:
Agriturismo Il Leccio (Colle Aprico)
Ai Pini (Arcevia)
Fattoria Bio Casale Venezia (Nidastore)
Il Rustico (S. Apollinare)
La Baita (Monte S. Angelo)
La Cantina di Bacco (Ripalta)
La Grotta di Loretello (Loretello)
Le Betulle (Avacelli)
Osteria Nido dell’Astore (Nidastore)
Park Hotel (Arcevia)
Piccolo Ranch (S. Pietro in Musio)
Pinocchio (Arcevia)
Stazione di Posta (Magnadorsa)
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