A volte è strano come tutto possa cambiare, come possa stravolgersi e stravolgerti solo in un attimo.
Per un arco lungo ne fai parte, ci sei dentro e non puoi non esserci poi la scuola si chiude e allora non potrai più entrare. E così tante altre esperienze, vicende, situazioni. Rassegne, festival, anni di studio, anni di lavoro, progetti, maternità.
Il bimbo nasce e tutto cambia. Un cambiamento maturato e meditato ma quello che avviene è immaginare una linea invisibile che delimita il prima dal dopo passando per il presente.
Scorre nel tempo che va senza ripensamenti, che incalza senza indugio e reca progressi, novità, evoluzione. Reca che non sarà più come ieri.
E allora guardi l’orizzonte e capisci come oggi al telefono mi ha detto un mio ex collega di Roma che la vita è un’avventura, che cambia, cambia perché è un passaggio.
Mi trova pienamente d’accordo, lo ero con mio nonno pittore, lo tengo a mente e tatuato nel cuore.
Siamo qui per vivere con speranza ogni giorno e per scoprire cosa accadrà.
E sono certa che se anche mi ponessi davanti un tavolino per ogni giorno, esercitandomi a scrivere cosa ne riesca a percepire ed elaborare, il risultato sarebbe sempre diverso pur essendo io la stessa a riflettere.
Potrei dar risalto alle forme o ai colori, altri giorni alle ombre che pone sul pavimento o alle luci che ritaglia, alle fibre che lo percorrono, all’idea di statico o di manifatturiero pensando a chi l’ha realizzato e a chissà cos’altro.
Tante visioni che arrivano, che ci attraversano, che parlano di noi, del nostro sentire.
Siamo in questa avventura e quello di cui ci nutriamo con la vista e di cui veniamo a contatto ci plasma, rendendoci mutanti.
Pellegrini che d’amore si tengano di cibarsi come la miglior sorgente, questo sia il principio e la fine del viaggio augurandosi rispetto e amicizia.
Tutto fuori nella poesia della vita (che presto celebrerò in un nuovo libro), nella bellezza del creato cioè, ci educa a capire quali sono le regole innate, quelle che diversificano gli esseri e li disciplinano insieme, quelle che danno il senso ancestrale ad un ordine esistente e valorizzano la reale unicità di ogni creatura in armonia con le altre.
Tutto fuori è evidente e semplice, è meraviglioso, è specchio per dirci che strada battere. Dal passero al tramonto, alle rondini che tornano, alla primavera che sboccia, al mare agitato e splendente, è un canto che suona sinfonie antiche sempre verdi.
Monica Baldini